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Nel 1554, l'umanista Francesco Robortelli pubblica a Basilea il testo di un breve e frammentario trattato sul Sublime attribuito a un non meglio identificato retore di età ellenistica dal suggestivo nome di Cassio Longino. Anche se questa attribuzione sarà presto confutata e l'autore dell'opera sarà relegato al più umile rango di Anonimo, non solo il legato critico-filosofico del testo resterà etichettato con quell'attribuzione originaria ma la sua ripresa alla fine del Novecento continuerà a essere indicata come un recupero e una rivalutazione delle tematiche in esso contenute. Tuttavia, in questo volume (ideale continuazione di una ricerca iniziata nel 2005 con "Il Sublime e la prosa") l'accento non cade tanto sull'analisi dell'opera dello Pseudo-Longino quanto sulle successive applicazioni che ne hanno caratterizzato la fortuna, con particolare attenzione alla storia politica e sociale di un paese come l'Inghilterra dove il legato che si suole definire "longiniano" conosce una nuova fioritura nel 1757 ad opera di Edmund Burke.